Il superamento del “paradigma della naturalità”, particolarmente significativo in ambito biomedico, rende sempre meno eludibile per l’interprete l’esigenza di fornire una risposta alla “super-domanda bioetica”: se tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche eticamente accettabile, socialmente ammissibile e giuridicamente lecito? Nel tentativo di elaborare soluzioni, quanto più compiute sul piano del diritto, a tale interrogativo nasce il fenomeno del Biodiritto, inteso come disciplina giuridica autonoma e come studio sistematico ed organico dei principi giuridici inerenti la tutela della vita e della salute con specifico riguardo alle implicazioni determinate dalle scienze biomediche. Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’ultimo trentennio ha determinato effetti estremamente rilevanti con specifico riguardo alla vita e alla salute dell’uomo. Le scoperte scientifiche e le connesse applicazioni tecnologiche hanno reso possibili interventi e trattamenti sanitari che pongono nuove ed inedite questioni all’attenzione dell’interprete, formando le relative connesse implicazioni, l’oggetto di un approfondimento interdisciplinare che coinvolge anche la scienza giuridica.