Il lavoro si sofferma più che su problemi di tipo organizzativo o sul numero di cause abnormi presenti in Italia da decidere rispetto agli altri Stati europei, su aspetti culturali. Si tratta di una ricostruzione e contrapposizione tra modelli che si ispirano all’illuminismo giuridico e modelli che tendono sempre ad allontanarsene. Con evidenti ricadute sull’interpretazione delle norme giuridiche e sui diritti dei cittadini. Temi giuridici che hanno anche un impatto economico. La certezza delle sentenze giudiziali per l’impresa, ad esempio è un valore. Certezza non solo sui tempi ma sulla prevedibilità del contenuto. In particolare, dal punto di vista culturale bisogna recuperare quello che è stato un tratto distintivo italiano dell’illuminismo italiano. Beccaria, in un celeberrimo passo, diceva “in ogni delitto si deve fare del giudice un sillogismo perfetto: la maggiore dev’essere la legge penale, la minore l’azione conforme o non alla legge, la conseguenza la libertà o la pena. Quando il giudice sia costretto, o voglia fare anche soli due sillogismi, si apre la porta all’incertezza, non v’è cosa più pericolosa di quell’assioma comune che bisogna consultare lo spirito della legge”.