La prospettiva dalle quale muove il presente volume sul grande filosofo e scienziato tedesco, Gottfried W. Leibniz, è quella della biografia intellettuale. La straordinaria e perfino stupefacente versatilità dell’ultimo “genio universale” consiglia infatti di seguire passo dopo passo i suoi studi, scoperte e invenzioni. Mentre sono dovuti trascorrere quasi due secoli dalla scomparsa del filosofo affinché, tra Otto e Novecento, l’opera di Leibniz fosse finalmente apprezzata da logici del calibro di Giuseppe Peano, Edmund Husserl e Bertrand Russell, solo negli ultimi tempi, a un secolo da quel primo “risorgimento” di studi leibniziani, si inizia a capire appieno il sogno del filosofo nell’ambito delle scienze sociali. Da un lato, egli ha dischiuso con la sua ricerca un nuovo universo di calcolabilità: nemmeno ventenne a Lipsia, e già Leibniz pensava a come costruire un automa giuridico! D’altro canto, forte della sua esperienza di giurista, egli affina anche forme non deduttive di ragionamento, che solo di recente sarebbero state riprese dalla riflessione filosofica e formalizzate con gli studi di logica e di intelligenza artificiale. Il sospetto di Leibniz è anzi che esistano verità che sappiamo essere tali e che, tuttavia, sfuggono alla dimostrazione logica. Si tratta in fondo di apprezzare il genio di chi, a trecent’anni dalla morte, è ancora in grado di sorprenderci ed emozionare