Questo libro, attraverso una rilettura critica della letteratura utopica e degli scenari tecnico-scientifici in essa rappresentati, ripercorre il pensiero di alcuni tra i più noti e importanti biologi e genetisti del Novecento che sono stati autori e promotori di utopie fondate sul progresso scientifico. Da J.B.S. Haldane a H.J. Muller, da A. Carrel a J. Monod, sino ai contemporanei F. Collins e R. Dawkins, il testo ricostruisce il profilo ideologico e politico, fortemente attraversato da tensioni utopiche, sotteso ad alcune delle imprese scientifiche più importanti del nostro tempo, problematicamente intrecciato con gli interessi di un inedito bio-capitalismo in rapida espansione.