Nel presente volume si esplorano i riverberi del principio del ne bis in idem europeo sul versante dei conflitti normativi, soprattutto alla luce delle recenti evoluzioni della giurisprudenza sovranazionale che ne hanno mutato profondamente il volto, trasformandolo da canone di garanzia esclusivamente processuale a presidio anche di istanze sostanziali nella prospettiva della proporzionalità (in astratto e in concreto) del trattamento sanzionatorio. In altri termini, sulla base delle novità emerse nell’elaborazione della Corte E.D.U. e della Corte di giustizia dell’U.E. ci si è interrogati circa l’incidenza del canone sovranazionale, anche all’interno di un unico procedimento, in materia di cumuli punitivi. Insomma, lo studio, nell’ambito di un’indagine ad ampio spettro sull’ubi consistam e sulle implicazioni sistematiche collegate al principio del ne bis in idem “europeo”, mira ad evidenziare come questo canone, lungi dal caratterizzarsi solo per la sua natura processuale, presenti anche una matrice sostanziale, impedendo, oltre l’apertura di più procedimenti per lo stesso fatto a carico del medesimo soggetto, anche il fenomeno delle qualificazioni giuridiche multiple, ovvero l’ingiusta e iniqua moltiplicazione di sanzioni – financo tutte di matrice formalmente penale – in relazione ad un accadimento storico unitario. Si tenta di dimostrare come, se è vero che le Alte Corti europee hanno declinato i loro asserti scrutando il fenomeno con specifico riguardo ad accuse elevate per i medesimi fatti e contro la stessa persona in seno a diversi procedimenti tutti di “natura” penale, sia altrettanto vero che le direttive enunciate, una volta trasposte all’interno del nostro ordinamento, sono capaci di proiettarsi al di là del solo divieto di doppio giudizio, potendone venire estesa la portata e fungere da strumenti esegetici per sciogliere, anche nell’alveo di un unico procedimento penale, l’alternativa tra concorso formale di reati e concorso apparente di norme.