Ripercorrere Trent’anni di vita del Notariato italiano attraverso le pagine della rivista Notariato che ne ha descritto, in particolare nei numerosi Editoriali, le vicende che hanno accompagnato la società italiana dalla prima metà degli anni ’90 al 2020, nel più straordinario e rapido sviluppo socio-economico della sua storia secolare, è un idea nata dalla consapevolezza che il Notariato, con la sua evoluzione (certamente positiva) a partire dal 2° dopoguerra fino ai primi anni del 2000 è, in fondo, lo specchio del mondo in cui opera. Fotografarne il vissuto da un osservatorio privilegiato è certamente interessante non soltanto per i notai, ma per chiunque voglia comprendere meglio e più a fondo la realtà e le linee di tendenza della società italiana all’inizio del terzo millennio. Il Notariato ha un futuro ancora da giocare, che in molta parte dipende dalla capacità dei notai di essere fedeli al giuramento prestato, ai canoni etici legati alla delicatezza della funzione pubblica, mai svendendo la prestazione intellettuale, ma sempre mirando alla sua più alta qualità. Una qualità che devono esser capaci di mantenere al di là di contingenti difficoltà ed emergenze e indipendentemente dall’ampiezza e dall’interesse economico delle competenze che via via, nel corso degli anni, vengono loro delegate o sottratte dallo Stato; adoperandosi per tentare di arginare il preoccupante aggravarsi della crisi etica della società del nostro tempo. I tantissimi giovani che con lo stesso nostro entusiasmo hanno scelto e sceglieranno il Notariato, cercando con grande impegno di realizzare il loro sogno “professionale”, sappiano che se il Notariato crederà fortemente in se stesso e nelle sue potenzialità, riscoprendo l’orgoglio dell’appartenenza e le ragioni più profonde della sua origine e della sua universalità (dimostrata dalla dimensione mondiale dell’Unione Internazionale del Notariato, portatrice del modello di “notariato latino”), avrà certamente un ruolo peculiare da svolgere anche nel secolo della tecnologia. A patto che sappia governarne con lungimiranza lo sviluppo, guardando anche alla contrattazione “a distanza” come ad una opportunità, nella misura in cui gli strumenti più sofisticati di identificazione, interlocuzione e accertamento della volontà che la tecnologia mette a disposizione, la rendano altrettanto sicura e affidabile quanto quella “in presenza”. In questa ottica, le nuove tecnologie non verranno paventate come pericolosa alternativa al Notariato e alla sua funzione, ma come un mezzo per adeguarla ad un nuovo modulo di vita e di organizzazione della società. Il Notariato deve però riuscire a mettere a punto e rendere rapidamente fruibili piattaforme tecniche esclusive e normative idonee a garantire l’ordinato svolgimento della professione, innanzitutto nell’ambito territoriale, se vuole conservare al notaio anche la peculiare e preziosa funzione di “giurista di prossimità”.