Le Fondazioni italiane amministrano un ampio ventaglio di progetti sociali finanziati con il proprio patrimonio e coordinati con la propria struttura organizzativa, contribuendo così allo sviluppo sociale ed economico del Paese. Gli amministratori che siedono nei consigli d’indirizzo o di amministrazione di ciascuna Fondazione affrontano, pertanto, la complessità di gestire contemporaneamente due portafogli da sviluppare e monitorare nel tempo: il primo è legato al proprio patrimonio economico-finanziario, il secondo all’attuazione degli interventi sociali. Il processo strategico e direzionale che si origina dai consigli di amministrazione delle Fondazioni concilia un approccio manageriale e razionale, tipico del comportamento di un gestore d’investimenti, con un approccio più solidale e altruistico che affonda nella tradizione mecenatistica del nostro Paese e nella partecipazione civica delle istituzioni nonprofit. Questi due aspetti, sebbene debbano essere considerati separati e distinti, non risultano necessariamente in conflitto tra loro, ma generano un impegno gestionale che merita un dettagliato approfondimento teorico ed empirico. Questo saggio individua una serie di caratteristiche del modello di governance in grado di favorire una positiva mediazione tra la dimensione più deterministica del complesso di operazioni collegate alla sfera manageriale e quella più solidaristica, legata invece alla partecipazione sociale. I dati, raccolti tra 201 membri degli organi apicali, hanno permesso di isolare diversi possibili assetti e stili di governo che si sviluppano modulando opportunamente diversi elementi: la composizione degli organi, le modalità di partecipazione degli amministratori, l’efficacia degli strumenti manageriali, le principali caratteristiche dell’intervento sociale in esame e le attività di supporto da assegnare agli amministratori in aggiunta ai classici compiti di indirizzo e controllo. Il volume fornisce utili indicazioni operative finalizzate all’implementazione di un modello di governo dinamico, capace di assecondare il ciclo di vita e le finalità strategiche delle Fondazioni, il cui successo risulta maggiore quando gli organi direttivi riescono a dotarsi di informazioni e conoscenze e si dimostrano in grado di renderle operative in processi di programmazione, accompagnamento e verifica del proprio operato sociale. Quanto più la combinazione tra gli elementi che caratterizzano il governo risulta bilanciata, tanto più gli amministratori ed i manager operativi riescono a qualificarsi come professionisti del Terzo Settore, assumendo il ruolo di catalizzatori di managerialità al servizio della filantropia e sviluppando le competenze specialistiche funzionali alle peculiarità delle Fondazioni.