La fuga sempre più frequente dalle aule giudiziarie, l’importanza internazionale acquisita dai modelli contrattuali (AIA Documents) di construction contract e le modifiche apportate sia ad essi, sia al nostro codice degli appalti e ai rimedi alternativi alla tutela giurisdizionale ivi recentemente introdotti, hanno offerto lo spunto per una rivisitazione del tema della gestione delle sopravvenienze nel contratto di appalto. Muovendo da un’analisi delle sopravvenienze giuridicamente rilevanti nei contratti di durata e dei relativi strumenti di gestione, l’indagine ravvisa un momento centrale nella rinegoziazione e nella possibilità o meno di “recuperare”, anche in un’ottica comparatistica, un obbligo legale di rinegoziazione, in una logica ispirata tanto all’hardship dei Principi Unidroit e di quelli del Diritto Europeo dei contratti, quanto a buona fede ed equità. La revisione critica dei rimedi tradizionali di gestione delle sopravvenienze e delle questioni sollevate dalla rinegoziazione, suggeriscono poi di focalizzare l’analisi sul claim, un peculiare strumento di rinegoziazione e soluzione stragiudiziale delle controversie, ormai ampiamente consolidato nell’appalto angloamericano e internazionale. L’ultima parte del lavoro è infine dedicata alla compatibilità di tale istituto col nostro sistema e alla sua operatività a fronte di fattispecie normative solo all’apparenza similari e peraltro inadeguate a gestire le sopravvenienze in tema di appalto.