Con il termine “illiquidità” si identifica tradizionalmente lo stato di un’attività che non può essere facilmente venduta o scambiata con denaro contante, senza una sostanziale perdita di valore. Le attività non liquide, inoltre, non possono essere vendute senza indugio, a causa della mancanza di investitori pronti e disposti ad acquistare il bene. La mancanza di questi determina sostanziali discrepanze tra il prezzo richiesto (da parte del venditore) e il prezzo di offerta (da un acquirente) rispetto a quanto, invece, si sarebbe trovato in condizioni regolari di mercato (o mercato liquido). Alcuni esempi di attività intrinsecamente illiquide sono: case, automobili, oggetti d’antiquariato, azioni di piccole società. In questi tempi, i possessori di titoli illiquidi possono trovarsi nell’impossibilità di vendere tutti i loro beni o se possono farlo probabilmente sarà “a caro costo”. Ciò nonostante, il mercato dei beni/strumenti illiquidi offre anche interessanti opportunità per gli investitori che abbiano profili di rischio/rendimento adeguati alla natura intrinseca dei sopra indicati beni. Un esempio significativo, in tale scenario, è rappresentato dal mercato dei c.d. financial distressed asset. I financial distressed asset sono asset illiquidi di natura finanziaria che in genere appartengono alla categoria degli alternative asset.